Una scatola di pastelli Giotto e la macchina da scrivere di suo padre decisero fin dall’infanzia i binari su cui procedere: la pittura e i libri. Potendo scegliere avrebbe messo nel suo personale stemma di famiglia un pennello ed un libro. Studente svogliato, per tutto l’iter scolastico fino al liceo, tranne che nel disegno e nelle materie letterarie, si laurea invece, immodestamente, con successo, in Filosofia anche qui dividendosi in modo quasi paritario (la pittura vince sempre) tra le lezioni di Storia dell’Arte e quelle di Storia della Filosofia (Giulio Carlo Argan e il Lessico Intellettuale Europeo di Tullio Gregory)
Non pago, post laurea si diploma all’Istituto d’Arte Silvio D’Amico.
Dopo aver invano cercato qualcuno che lo paghi per leggere quel che lo interessa mentre lui continua a dipingere, intorno ai vent’anni inizia a lavorare nell’editoria come illustratore: periodici, mensili, pubblicità, quotidiani.
Libero professionista per molti anni approda infine al lavoro dipendente in un grande quotidiano nazionale dove rimane per una ventina di anni occupandosi di infografica, che, non casualmente, coniuga immagini e testo.
Oggi dipinge quotidianamente durante il giorno, e legge la notte.