L’ educazione affettiva e relazionale nella scuola

I genitori sono sempre molto attenti quando insegnano ai bambini a parlare ma una volta padroneggiato il linguaggio non sono così scrupolosi nell’insegnare loro a riconoscere le emozioni proprie e altrui. I conflitti spesso vengono bloccati senza lavorare per comprenderne le cause. È fondamentale invece riportare nelle nostre vite il valore della gentilezza, del rispetto dell’altro e dell’empatia. Per fare questo è importante dare valore alle relazioni. È evidente che tutto questo deve partire dall’esempio dell’adulto che deve mostrare empatia ed avere a cuore le emozioni ed i sentimenti dei propri  figli o degli alunni. Purtroppo spesso gli adulti usano l’ironia, la svalorizzazione ed il pregiudizio per nascondere le proprie difficoltà nel gestire le situazioni. Mettersi nei panni degli altri o secondo un proverbio Sioux “ prima di giudicare una persona cammina per tre lune nei suoi mocassini” ci permette di non vivere come adulti le reazioni dei ragazzi come attacchi nei nostri confronti ma piuttosto come segnali di un disagio che va esplorato.

Se vogliamo che bambini e ragazzi crescano e diventino degli adulti responsabili devono essere accompagnati in un percorso educativo che li aiuti a dare valore alle relazioni, a sentirsi parte di un gruppo, a seguire  un vecchio proverbio africano che dice “se vuoi arrivare primo corri da solo ma se vuoi arrivare lontano cammina insieme ”.  La nostra società così competitiva sta mettendo da parte i valori che hanno permesso il suo progredire e cioè i valori di solidarietà e di cooperazione. Purtroppo i mezzi di comunicazione sottolineano continuamente la presenza del conflitto senza dare uguale spazio al lavoro per la soluzione e mediazione dei conflitti. La pandemia, la guerra eventi drammatici degli ultimi tempi hanno precipitato gli alunni in una solitudine piena di timori. Riteniamo che  per questo sia importante accanto ai necessari apprendimenti scolastici proporre agli alunni, ai genitori, agli educatori  ed insegnanti un percorso di educazione affettiva e relazionale che permetta di acquisire quelle competenze indispensabile per una cittadinanza serena, attiva e responsabile. Il libro “Insieme s’impara a stare insieme” nasce dalla mia esperienza a scuola. Lavorando con i miei alunni mi sono resa conto del legame stretto che esiste tra apprendimento e benessere. Un bambino che si sente rispettato e protetto impara meglio. Abbiamo così deciso, come scuola, di riservare uno spazio temporale a scuola, dedicato all’ educazione affettiva e relazionale. Dopo esserci confrontati tra docenti è emerso un vero e proprio curricolo che comprendeva dei temi che abbiamo ritenuto irrinunciabili. Questi temi accompagnano gli alunni durante tutto il percorso scolastico nella nostra scuola. Si inizia con un lavoro per la costruzione del gruppo con delle attività in cui con competenze diverse si arriva ad un progetto comune. Al termine si esamina il prodotto ma si chiede anche come gli alunni abbiano lavorato insieme e come siano riusciti a risolvere contrasti e difficoltà. Il secondo tema affrontato è il riconoscimento delle emozioni proprie e quelle degli altri. Giochi, favole,  attività e canti accompagnano il percorso.

Dopo il lavoro sulle emozioni si affronta il tema del conflitto e della mediazione dei conflitti tra pari. I bambini imparano a non temere il conflitto ma a diventare mediatori ed a trovare soluzioni condivise.

L’argomento successivo è un lavoro sulle regole viste come prodotto della società per favorire il benessere di tutti. 

Il percorso si conclude con un lavoro sul pregiudizio e la responsabilità individuale. Le attività di scrittura in gruppo chiedono agli alunni di studiare le diverse conseguenze legate a certi comportamenti e di comporre delle storie ad albero.

Va aggiunto che l’intero percorso viene accompagnato dal tempo del cerchio in tutte le classi,  questa è la base su cui si costruisce il benessere a scuola . Dalla prima elementare alla terza media questo è un momento speciale in cui gli alunni si mettono appunto in cerchio con i loro insegnanti e condividono pensieri, emozioni, paure, difficoltà. E’ un momento molto intimo, quello che viene detto nel cerchio rimane nel cerchio; ognuno parla solo se vuole, non ci s’interrompe e non ci si offende, non si usa quello che si è venuti a sapere per ferire o danneggiare i compagni. Il cerchio può essere un momento lieto ”Quali penso che siano i miei punti di forza”, “Una cosa che mi emoziona”,“Cosa mi aspetto da quest’anno” o la discussione di un argomento doloroso quale la perdita di una persona cara o ancora un momento utile di scambio “Alcuni compagni si sentono esclusi” “Come vi trovate con i nuovi compagni, come si trovano loro con voi…”. Talvolta può essere necessario un cerchio per affrontare situazioni di “emergenza” in occasione per esempio di furti, di violenze, di incomprensioni tra alunni ed insegnanti ecc. 

Tutto il percorso insomma si propone di far capire agli alunni l’importanza di trovare insieme la soluzione dei conflitti come pure condividere gioie e conquiste.