E’ un viaggio che dura nove mesi, come fosse una gestazione personale e collettiva.
Il testo raccoglie una trama di storie tra l’ombra di un cimitero di navi e l’orizzonte lungo e largo del Mediterraneo.
Accanto ai riti per rimanere vivi delle persone che hanno abitato le navi quarantena, ci sono i desideri e le aspettative di chi migra, capaci di oltrepassare la soglia dell’area Covid per affrontare i disegni incerti del futuro.
Celebra una quotidianità di cura della vita che è pratica di comunità.
Accompagna lo sguardo verso quel mare infinito in attesa dei delfini, con il sole caldo sulla pelle.
È la storia, appunto, dei nomi restituiti e dei contatti ritrovati di umanità.
Safina e Ataya è un diario, non è la descrizione del lavoro di Croce Rossa a bordo delle Navi Quarantena, né rappresenta una analisi dei limiti e delle potenzialità delle suddette navi. A questo proposito, tanto e bene è stato riportato da ASGI.
Con il libro l’autrice cerca di ripercorrere dei momenti cruciali, che la hanno segnata, facendo i nomi delle vite che ha incrociato in quel passaggio di esistenza. Non dà voce a qualcuno. Semplicemente, racconta la sua esperienza e cerca di farlo entrando in dialogo, attraverso la parola o il disegno, con le persone che ha incontrato: la copertina e alcune parti in cui suə ex colleghə raccontano alcuni episodi dalla loro prospettiva, ne sono degli esempi.
E’ ben consapevole della politica migratoria nella quale sono inscritte le navi quarantena: il libro non ne è, infatti, l’apologia. Piuttosto, forte della metodologia di ricerca femminista, esso si sofferma sul fatto che in ogni luogo, per quanto limitante e contraddittorio, le persone compiono scelte. Safina e Ataya, senza perdere di vista le criticità di quello “spazio di frontiera”, vuole rendere conto delle importanti scelte di umanità che sono state compiute, non solo da operatori e da operatrici, ma anche da persone migranti, ospiti a bordo per il tempo della loro quarantena. Questo serve all’autrice a riconoscere ciò che è stato, e a Noi, spero, per continuare a praticare quel pensiero complesso, attento alle contraddizioni e alle nuances, che molto può aiutare nell’affrontare fenomeni così articolati come le migrazioni.
Uno spaccato “umano e umanizzante” di uno spazio di storia del nostro paese del quale ben poco si conosce, e che cerca luoghi di vita in cui, attraverso la condivisione e il dialogo con altre persone, possa contrastare maree di odio, razzismo, ignoranza e disumanizzazione che permeano non solo l’esperienza di chi migra, ma ogni aspetto delle nostre vite.
Il libro “Safina e Ataya. Nove mesi sul Mediterraneo a bordo delle navi quarantena” nasce dal desiderio di dare casa ai ricordi, che narrano di persone.
Sarà presente l’autrice Alessia Belli.
Libro di cui si parla:
Alessia Belli, Safina e Ataya. Nove mesi sul Mediterraneo a bordo delle «navi quarantena», Dante & Descartes, Napoli 2023.