Nei pannelli, i momenti salienti della mobilitazione ultradecennale siciliana contro il MUOS, il sistema di comunicazione satellitare degli USA con quattro stazioni a terra, di cui uno costruito con la distruzione di un’ampia parte della sughereta millenaria di Niscemi.
Nelle foto, anche le parole d’ordine pronunciate da più di decennio, contro la militarizzazione dei territori e i venti di guerra che, ad esempio, già nel 2013 spiravano in Siria, in Ucraina e in altre parti del mondo dove tuttora si consumano guerre per la “supremazia imperialista”. Guerre finalizzate ad accaparrarsi mercati, territori per basi militari, materie prime e fonti energetiche.
Nel corso dell’assemblea pubblica, sono stati contestati ancora una volta il coinvolgimento delle basi americane e della NATO, la militarizzazione dell’informazione e delle coscienze. E l’invio delle armi che il governo, dopo la missione negli USA, ha secretato per la terza volta all’opinione pubblica italiana.
Continua, nel frattempo, nelle Università e in numerose città italiane, il tour di presentazione del dossier “Università e guerra”, elaborato dal Movimento No MUOS, in cui si denunciano le complicità tra le università italiane e le industrie belliche di paesi quali Stati Uniti, Israele e Turchia.